Il Parco dell’Etna è stato suddiviso in quattro zone A, B, C, D alle quali corrispondono diversi livelli di tutela.
L’area di “riserva integrale” (zona “A”), conserva la natura nella sua integrità, limitando al minimo l’intervento dell’uomo; la zona B di riserva generale coniuga la tutela con lo sviluppo delle attività economiche tradizionali ed è caratterizzata da piccoli appezzamenti agricoli, contrassegnati da splendidi esempi di antiche case contadine, esempi molto significativi di architettura rurale; l’area di “protezione a sviluppo controllato” , che rappresenta il pre-Parco, è costituita dalle zone “C” e “D”, che si presentano notevolmente antropizzate,perseguendo uno sviluppo economico compatibile con il rispetto del paesaggio e dell’ambiente.
Al centro dell’ecosistema del Parco c’è il vulcano Etna, con il suo confine litologico di 250 km, l’altezza di circa 3350 m. e una superficie di circa 1260 chilometri quadrati.
Il 21 giugno del 2013, giorno del solstizio d’estate, l’UNESCO ha iscritto l’Etna nella World Heritage List: l’Etna è un sito naturale del Patrimonio dell’Umanità, diventando il quarto sito naturale italiano, dopo le Dolomiti, le Isole Eolie e il Monte San Giorgio, a fregiarsi dello straordinario riconoscimento.
La vegetazione
L’universo vegetale dell’Etna si presenta caratterizzato da un insieme di fattori tra i quali ha un ruolo predominante la natura vulcanica della montagna. La flora del Parco, estremamente varia e ricca, condiziona il paesaggio offrendo continui e repentini mutamenti e dal continuo rimaneggiamento del substrato ad opera delle colate laviche che si succedono nel tempo, nonché dal variare delle temperature e delle precipitazioni in relazione all’altitudine ed all’esposizione dei versanti.
Partendo dai piani altitudinali più bassi, dove un tempo erano le foreste di leccio, ecco i vigneti, gli oliveti, i frutteti i noccioleti e a Ovest i pistacchieti tutti inseriti nel contesto di boschi di querce e castagni.
Intorno ed anche oltre i 2.000 metri troviamo il Faggio che qui raggiunge il suo limite meridionale e le quote più elevate, e la betulla, specie endemica, cioè esclusiva dell’Etna. Al di sopra del limite dell’astragalo, tra i 2.450 ed i 3.000 metri solo pochissimi elementi riescono a sopravvivere alle condizioni ambientali dell’alta montagna etnea. Al di sopra di queste quote e sino alla sommità si stende il deserto vulcanico dove nessuna forma vegetale riesce a mantenersi in vita.
La Fauna
Attualmente, sul vulcano vivono ancora l’istrice, la Volpe, il Gatto selvatico, la Martora, l’Istrice, il Coniglio, la Lepre e, fra gli animali più piccoli, la Donnola, il Riccio, il Ghiro, il Quercino e numerose specie pipistrelli. Moltissimi sono gli uccelli ed in particolare i rapaci che testimoniano dell’esistenza di ampi spazi incontaminati: tra i rapaci diurni troviamo lo Sparviero, la Poiana, il Gheppio, il Falco pellegrino e l’Aquila reale; tra i notturni il Barbagianni, l’Assiolo, l’Allocco, il Gufo comune. Aironi, Anatre ed altri uccelli acquatici si possono osservare nel lago Gurrida, unica distesa d’acqua dell’area montana etnea.
Con i suoi boschi, i sentieri, gli irripetibili panorami, i prodotti tipici, i centri storici dei suoi comuni è in ogni stagione dell’anno un accattivante invito per i viaggiatori e gli amanti della natura, dell’enogastronomia, degli sport all’aria aperta in scenari irripetibili.